AI e Cybersecurity: quando l’Intelligenza Artificiale diventa una minaccia per le aziende

intelligenza artificiale

Nel mondo digitale odierno, l’intelligenza artificiale (AI) non è più un’innovazione da manuale tecnico, ma una realtà concreta che permea ogni settore produttivo. Automazione dei processi, ottimizzazione delle decisioni, assistenza clienti evoluta: l’AI promette molto, e in gran parte mantiene. Tuttavia, la stessa potenza che la rende uno strumento prezioso si sta rivelando un’arma a doppio taglio, soprattutto in ambito cybersecurity.

Nel 2024, secondo il Corriere della Sera, l’82% delle aziende italiane ha subito almeno un attacco informatico. Una cifra allarmante, resa ancora più inquietante dal fatto che molti di questi attacchi sono stati facilitati, o addirittura potenziati, da strumenti di intelligenza artificiale generativa. In questo scenario, capire le nuove minacce e prepararsi adeguatamente non è più un’opzione: è un’urgenza strategica. L’azienda Gruppo Res che propone corsi privacy e D.Lgs. 231/2001 nonché di cyber security, parlerà di questo nuovo panorama con cui le aziende devono fare i conti

L’intelligenza artificiale nelle mani sbagliate

L’AI, soprattutto nella sua forma generativa, consente oggi di creare contenuti digitali realistici, di automatizzare compiti complessi e di apprendere continuamente da grandi volumi di dati. È proprio questa capacità adattiva che ha attirato l’interesse dei cybercriminali.

Nel panorama attuale, le tecniche di attacco stanno diventando sempre più sofisticate. Gli hacker sfruttano modelli linguistici per generare email di phishing convincenti, strumenti di deepfake per falsificare identità, e algoritmi di machine learning per aggirare le difese aziendali in modo mirato e scalabile.

A differenza degli attacchi tradizionali, le minacce alimentate dall’AI mutano e si adattano in tempo reale, rendendo obsoleti molti strumenti di difesa convenzionali. L’intelligenza artificiale non solo riduce il margine di errore per l’attaccante, ma aumenta drasticamente la frequenza e la complessità degli attacchi.

Minacce emergenti per la sicurezza informatica aziendale

Dalla sintesi delle fonti autorevoli disponibili, le minacce più rilevanti per la cybersecurity aziendale legate all’AI sono:

  • Phishing automatizzato e iper-personalizzato: L’AI analizza grandi quantità di dati pubblici e privati per confezionare messaggi fraudolenti perfettamente adattati al destinatario.
  • Deepfake e ingegneria sociale: Video, audio e immagini falsificati rendono possibili truffe sofisticate ai danni di dirigenti e dipendenti.
  • Aggiramento dei sistemi di autenticazione: Gli algoritmi AI sono in grado di identificare vulnerabilità nei sistemi biometrici e predire password attraverso l’analisi dei pattern comportamentali.
  • Attacchi automatizzati su larga scala: Sistemi AI riescono a lanciare simultaneamente attacchi su più bersagli, testando le difese e adattandosi in tempo reale.
  • Manipolazione dei dati aziendali: L’AI può essere utilizzata per generare, alterare o cancellare dati in modo mirato, causando danni operativi e reputazionali.

Il blog di TD Synnex sottolinea che gli strumenti di intelligenza artificiale generativa vengono utilizzati anche per produrre codice malevolo efficiente e modulare, capace di eludere i controlli automatizzati degli antivirus tradizionali.

Sicurezza AI: un cambio di paradigma necessario

La cybersecurity tradizionale, basata su regole statiche e strumenti di monitoraggio reattivo, non è più sufficiente. Serve un cambio di paradigma: un approccio proattivo e adattivo, che integri tecnologie altrettanto intelligenti per difendere l’infrastruttura aziendale.

Le aziende devono iniziare a trattare l’AI come un rischio concreto e strutturale, inserendolo nelle valutazioni di impatto, nei processi di audit e nei piani di business continuity. L’adozione di strumenti di AI Security è fondamentale: piattaforme che usano l’intelligenza artificiale per rilevare minacce in tempo reale, imparare da comportamenti anomali e rispondere automaticamente a incidenti informatici.

Checkpoint, nella sua guida alle minacce AI, sottolinea come sia necessario “combattere il fuoco con il fuoco”: utilizzare l’intelligenza artificiale difensiva per contrastare quella offensiva.

Formazione e consapevolezza: la prima linea di difesa

Nonostante le soluzioni tecnologiche siano essenziali, la sicurezza inizia dalle persone. Le campagne di sensibilizzazione e formazione continua devono includere anche i rischi legati all’uso improprio dell’AI.

Un dipendente che non riconosce un deepfake ben fatto o un messaggio di phishing generato da un modello linguistico avanzato è un punto debole. Servono quindi programmi educativi che vadano oltre la sicurezza informatica di base, includendo scenari realistici legati all’intelligenza artificiale.

Certificazioni e conformità: strumenti per strutturare la difesa

Per gestire in modo efficace il rischio legato all’AI, le organizzazioni dovrebbero adottare standard riconosciuti e ottenere certificazioni di sicurezza. Questi strumenti non solo aiutano a strutturare un sistema di gestione della sicurezza efficace, ma offrono anche un vantaggio competitivo in termini di fiducia e credibilità.

Tra le certificazioni più rilevanti:

  • ISO/IEC 27001: Standard internazionale per la gestione della sicurezza delle informazioni.
  • ISO/IEC 42001: Nuovo standard dedicato ai sistemi di gestione dell’intelligenza artificiale, con focus sulla trasparenza e sull’uso responsabile.
  • NIST AI Risk Management Framework: Linee guida sviluppate negli Stati Uniti per valutare e mitigare i rischi legati all’AI.
  • ENS (Esquema Nacional de Seguridad) per chi opera nel settore pubblico in Europa.
  • GDPR e AI Act (prossimo): Regolamenti europei fondamentali per assicurare un uso etico e conforme dell’AI nei processi aziendali.

Oltre alle certificazioni, è utile istituire comitati interni o responsabili dedicati all’etica e alla governance dell’intelligenza artificiale, in grado di supervisionare rischi, usi leciti e impatti sul personale.

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il perimetro delle minacce digitali. Le aziende che non aggiornano la propria postura difensiva rischiano di trovarsi impreparate davanti a un nemico invisibile, adattivo e potenzialmente devastante.

Affrontare questa nuova realtà non significa rifiutare l’AI, ma governarla con consapevolezza, anticipando i rischi e investendo in tecnologie, competenze e cultura organizzativa. Solo così sarà possibile trasformare l’intelligenza artificiale da minaccia emergente a leva strategica per una sicurezza aziendale realmente resiliente.