I compiti di un consulente del lavoro e perché rivolgersi ad essi

Consulente del lavoro

La normativa italiana, come noto, è assai complessa in ogni aspetto, ma  alcuni ambiti, più d’altri, risultano estremamente ostici se non si dispone di un notevole bagaglio di conoscenze tecniche, che richiedono continui aggiornamenti sull’evoluzione delle leggi. Quelle che riguardano il mercato del lavoro, ad esempio, mutano con grande frequenza e richiedono la massima attenzione, data la loro arcinota complessità. 

Per qualsiasi aspetto che riguarda la normativa del lavoro, quindi, è indispensabile affidarsi a professionisti seri e qualificati, come noto ai cittadini piemontesi che, da svariati decenni a questa parte, possono contare sul prezioso lavoro dello studioalasonatti.it. I compiti che svolge un consulente del lavoro sono davvero molteplici, indispensabili per qualunque tipologia di utenze: dal lavoratore dipendente all’imprenditore, passando per gli artigiani e le partite iva

Il ruolo determinante del consulente del lavoro nel rapporto tra dipendente e titolare d’azienda

Come stabilito da una legge della fine degli anni ‘70, che sanciva definitivamente il perimetro di competenza dei consulenti del lavoro, il principale compito di questi professionisti è quello di gestire gli adempimenti in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale dei lavoratori dipendenti. Non stupisce, quindi, che migliaia di titolari d’impresa volgano lo sguardo ad essi per l’adempimento di tali obblighi come previsto dalla legge. 

Sono molteplici, di conseguenza, i compiti che deve assolvere un consulente del lavoro. Basti pensare, ad esempio, al corretto inquadramento di ogni singolo lavoratore dipendente, differente, per quanto ovvio, in base alla tipologia di lavoro svolta, l’anzianità lavorativa e il contratto sottoscritto dal medesimo col proprio datore di lavoro. 

Quest’ultimo aspetto è di fondamentale importanza nel rapporto che si instaura tra lavoratore dipendente e titolare d’azienda. La stesura del contratto, infatti, sancisce l’avvio del rapporto lavorativo tra i due soggetti coinvolti: redimerlo correttamente, rispettando quanto previsto dalla legge, è di fondamentale importanza per evitare che in un secondo momento possono nascere eventuali controversie. 

D’altro canto, questi professionisti assurgono un ruolo di fondamentale importanza in ambito consulenziale in materia di diritto del lavoro, fornendo assistenza anche nei casi in cui, purtroppo, nasca qualche disputa tra lavoratore dipendente e titolare e viceversa. La consulenza, per quanto ovvio, si estende ad ogni singolo aspetto del rapporto tra lavoratore e imprenditore, non solo quando le cose, per qualsivoglia ragione, richiedono l’apertura di una vertenza. 

Le operazioni straordinarie dimostrano quanto sia eccellente un consulente del lavoro

I consulenti del lavoro, poi, sono chiamati in causa per adempiere ad un compito che, mensilmente, ogni singolo datore di lavoro è tenuto puntualmente ad assolvere: l’elaborazione del cedolino della busta paga. Basta leggere una qualsiasi busta paga, di qualsivoglia tipologia di lavoro, per comprendere quante siano le voci da elaborare e, di conseguenza, quanto dev’essere preciso e certosino il lavoro del consulente del lavoro e del suo staff. 

Un momento chiave per molti imprenditori, capaci, in svariate circostanze, di creare realtà di grosse dimensioni dopo essere partiti dal “nulla”, riguarda il passaggio generazionale. Un momento cruciale, in particolar modo se le persone coinvolte sono più d’una, onde evitare che possono sorgere, in futuro, dissidi tra i beneficiari di questa operazione: un qualificato consulente del lavoro assolverà a questo compito nel miglior modo possibile, soddisfacendo le esigenze del richiedente e rispettando quanto previsto, a riguardo, dal legislatore

Il consulente del lavoro, quindi, assiste il proprio cliente non solo per quanto riguarda l’attività ordinaria, ma mostra la propria valenza anche in caso di operazioni straordinarie, che possono riguardare anche un tema assai delicato come quello della riorganizzazione del personale, piuttosto che la riconversione di talune figure allo svolgimento di altre mansioni all’interno dell’azienda stessa.