Perché contattare un nutrizionista?

Al giorno d’oggi, si parla tantissimo di alimentazione e di forma fisica, non sempre, però, con la giusta consapevolezza sugli aspetti tecnici. Ecco perché molte persone, quando si sentono consigliare di contattare un nutrizionista, si chiedono come mai.

“Tutti sanno mangiare bene!”, “Basta aprire i social per trovare profili dedicati al mondo dell’alimentazione”: alzi la mano chi non ha mai sentito queste frasi da un amico o da un parente.

A tutti è capitato.

Nelle prossime righe, cercheremo di capire perché non hanno senso e il motivo per cui, in alcuni casi, è importante contattare un nutrizionista.

Chi è il nutrizionista?

Iniziamo dalle basi, cercando di capire chi è il nutrizionista.

La figura professionale in questione ha alle spalle una laurea in Scienze dell’Alimentazione o in Biologia – nel secondo caso, ha frequentato, dopo la laurea, un master specifico – e ha la facoltà di prescrivere diete, previa presentazione, da parte del paziente, dei propri esami ematici. Anche se nel linguaggio comune si utilizza il termine “dieta”, l’espressione appropriata è “dietoterapia”.

Il nutrizionista non può prescrivere farmaci o formulare diagnosi di natura psicologica o psichiatrica, può però consigliare integratori come quelli presenti su Reduslim sito ufficiale.

Quando chiedere la consulenza di un nutrizionista?

In quali casi è opportuno richiedere la consulenza di questo professionista?

Diversi. Il più famoso è indubbiamente la necessità di perdere peso, ma non è l’unico.

Il nutrizionista, infatti, si occupa anche di percorsi di educazione alimentare per singole persone o di famiglie.

Questa figura professionale – prima di prenotare la visita conoscitiva, è il caso di informarsi per avere la certezza di trovarsi veramente davanti a un soggetto qualificato – può rivelarsi decisiva anche nelle situazioni in cui è necessario ottimizzare l’equilibrio ormonale. Ciò accade, per esempio, nei frangenti in cui ci si prepara ai percorsi di fecondazione assistita, protocolli che richiedono il focus sull’equilibrio di ormoni come l’insulina (alla base, come già detto, devono esserci gli esami medici).

Prezioso per i bambini in momenti come lo svezzamento e l’autosvezzamento, il nutrizionista si rivolge non solo ai privati, ma anche alle aziende e alle istituzioni. Nel primo caso, si può parlare, per esempio, di alberghi che chiedono di revisionare il menù per renderlo più sano e bilanciato. Nel secondo, invece, di scuole e di qualità degli schemi alimentari in mensa.

Differenza fra nutrizionista e dietista

Per comprendere al meglio le peculiarità della figura professionale oggetto di questo articolo, è importante chiarire la differenza fra nutrizionista e dietista. Il primo professionista si occupa soprattutto di persone sane che hanno l’obiettivo di migliorare le proprie abitudini a tavola. Il secondo, operatore sanitario laureato in scienze dell’alimentazione, invece, può gestire pazienti che hanno un disturbo conclamato, per esempio un DCA.

Come si svolge la prima visita dal nutrizionista

Concludiamo parlando di come si svolge la prima visita dal nutrizionista. Il professionista parte effettuando un’ampia anamnesi del paziente sia dal punto di vista patologico, sia da quello fisiologico. Si approfondiscono aspetti come le allergie – anche familiari – lo stile di vita in generale e i cambiamenti che lo hanno interessato nel corso della vita, si controllano i risultati degli esami e si apre la parentesi sulle abitudini alimentari, senza ovviamente dimenticare gli obiettivi.

Questi ultimi, ribadiamo, non riguardano per forza la perdita di peso. Anche se a qualcuno può sembrare strano, c’è chi contatta un nutrizionista per vedere i kg aumentare sulla bilancia.

Nei frangenti appena menzionati, ma anche quando il focus riguarda la perdita di peso, è fondamentale la parentesi dell’impedenziometria.

La bilancia impedenziometrica è uno strumento che consente di farsi un’idea della composizione corporea e delle percentuali di grasso e di acqua.

L’impedenziometria consente altresì di misurare l’indice di grasso viscerale addominale, pericoloso per gli organi vitali.