Istat, aumenta il numero degli occupati: solo un fuoco di paglia?

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L’ultima fotografia scattata dall’Istat, fornisce qualche buona notizia sul fronte occupazione. Nel nostro paese, infatti, la stima degli occupati è in ascesa ed ha toccato il valore massimo da quando questo dato viene rilevato, il 1977; inoltre, per la prima volta dal 2012, anno in cui l’Italia attraversò la più grave crisi economico-finanziaria del dopoguerra, il tasso di disoccupazione scende sotto la soglia del 10%, attestandosi al 9,9%.

Dati che fanno strappare un sorriso, ma che non possono certo far stappare bottiglie di champagne. L’economia italiana, infatti, non sprizza di salute. E il rallentamento della locomotiva tedesca, da sempre trainante per il nostro tessuto industriale, pone interrogativi quasi inquietanti sull’andamento economico del Belpaese nei prossimi mesi.

Analizzando i dati, nello scorso trimestre si è registrato un calo (-3,7%) delle persone in cerca di occupazione, oltre che degli inattivi fra i 16 e 64 anni (-0,3%). Il calo generale dei disoccupati è complessivamente del 6% rispetto a dodici mesi fa, dato incoraggiante anche se aiutato, in parte, da contratti a tempo indeterminato che, però, non garantiscono alcuna stabilità ai lavoratori che li hanno sottoscritti.

Se volgiamo lo sguardo a tutta l’area €uro, però, nonostante i timidi segnali positivi appena citati, la situazione del nostro paese resta tutt’altro che florida. L’Italia, infatti, è il terzo paese come tasso di disoccupazione, preceduto soltanto dalla Grecia (18,1%) e dalla Spagna (13,2%).

Anche il dato medio europeo, che attesta l’area attorno ad un tasso di disoccupazione del 6,3%, è molto esemplificativo. E fa comprendere, chiaramente, come il nostro paese debba ancora mettere in campo, indispensabilmente, delle riforme atte ad abbassare ulteriormente il numero dei disoccupati presenti nel Belpaese.

Più nel dettaglio, la crescita di occupati nell’ultimo trimestre è dovuto, essenzialmente, ad un incremento dell’occupazione maschile, mentre quella del gentil sesso è rimasta ferma al palo. Significativo anche il dato anagrafico: a guidare l’aumento dell’occupazione sono gli Over 50 (+1,7%) a discapito dei giovani (+0,5%). A testimonianza che, come molti sostengono, l’Italia è un paese per vecchi…